Il boom del made in Italy enogastronomico

In un periodo di crisi economica, oppure di una ripresa che forse c’è ma non è ancora estremamente visibile, una notizia molto buona per il made in Italy viene dal settore che non ti aspetti: ovvero quello enogastronomico.

Il Made in Italy agroalimentare sulle tavole sta facendo il record storico dell’export di spumanti, vini bianchi e rossi, grappe, amari e liquori, panettoni, formaggi, insaccati e pasta. Il tutto rappresenta un incremento dell’8% rispetto all’anno scorso.

Questi dati emergono da una ricerca della Coldiretti presentata all’Assemblea nazionale sulla base di  proiezioni relative al mese di dicembre 2016. In generale aumenta il saldo commerciale per tutti i prodotti alimentari tipici del Natale, dallo spumante (+19%) ai panettoni (+9%), ma crescono anche i vini (+8%), la pasta (+7%) e i formaggi (+4%). Il tutto ottenuto nonostante la Russia abbia ottenuto delle misure protezionistiche e quindi l’export in queste aree sia quasi sparito.

Altra nota dolente è rappresentata dai prodotti tipici provenienti dalle zone terremotate. Nonostante si siano moltiplicate le iniziative volte a sostenere le attività produttive agricole e zootecniche di queste aree, praticamente l’export di queste zone è sparito per via delle difficoltà presenti.

Una citazione speciale merita lo spumante italiano. Molti brindisi per un felice Natale o per un Buon Anno Nuovo nel mondo , saranno Made in Italy. La domanda è cresciuta addirittura del 50 per cento in Gran Bretagna e del 32 per cento negli Stati Uniti. All’estero saranno aperte più bottiglie di spumante italiano che di champagne francese. Molto merito di tutto questo è stata una riuscita iniziativa di marketing che ha posto lo spumante Italiano in una fascia di mercato intermedia per quanto riguarda il prezzo, ma medio-alta per quanto riguarda la qualità percepita. Buon successo anche per gli altri prodotti alcolici come vini e liquori.

Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo mette anche in guardia che sul fatto che c’è ancora molto da fare per la tutela del made in Italy agroalimentare. Soprattutto vanno intensificate le misure contro l’“agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare conil nostro paese.