Tutte quelle imprese italiane che si occupano del settore culturale, vedono nei paesi esteri, delle grandi opportunità di sviluppo e di crescita aziendale che purtroppo in Italia non sono presenti.
Lo stesso presidente ed amministratore delegato di Ales Spa, una società in house del Ministero dei Beni culturali, Mario De Simoni, sottolinea l’importanza dell’internazionalizzazione delle aziende italiane che hanno a che fare con la cultura e soprattutto quali sono quelle metodologie che lo Stato può mettere in atto al fine di fungere da supporto e coordinamento nella realizzazione di un valido sistema anche in Italia.
Come favorire l’internazionalizzazione
Ovviamente per favorire l’internazionalizzazione delle imprese italiane che decidono di rivolgersi al mercato estero, bisogna contare sul supporto di tutto l’apparato burocratico e governativo che vada a fornire aiuto e a favorire la crescita di un’azienda che ha deciso investire in quel paese.
Tuttavia, questa scelta non è priva di insidie: da una parte quello di scontrarsi con competitor stranieri molto più grandi, e dall’altro lato quello di muoversi in un ambiente diverso insieme ad una conoscenza non sempre approfondita delle norme che regolano il mercato internazionale.
Ecco che si sta cercando di puntare sull’integrazione che viene fatta già dai nostri ministeri a livello europeo, per poterlo trasferire poi alle aziende.
Il tutto prevede che si crei uno strumento interministeriale o di affidare a società pubbliche questa azione di coordinamento tra le imprese.
I mercati da preferire
Sul noto portale www.investinaustria.at che si occupa di fornire supporto a tutte quelle aziende italiane che vogliono trasferirsi in Austria, riporta l’elenco di quali sono i mercati esteri più floridi ai quali si stanno volgendo le imprese italiane dell’ambito del patrimonio culturale.
Se da un lato si sta puntando maggiormente verso l’estremo Oriente come Cina, Corea e Giappone che hanno particolarmente a cuore la cultura italiana, tra gli altri mercati vi è la Francia, con l’iniziativa effettuata dal Centre Pompidou a Shangai, Austria, Paesi arabi e Sud America, dove alcune aziende italiane come Eni ed Enel sono maggiormente presenti.
I principali settori in cui intervenire
Non bisogna però dimenticare che l’Italia è in grado di offrire competenze specifiche nei vari settori di intervento come è stato anche sottolineato sempre da De Simoni in seguito alla sua partecipazione ad un meeting incentrato sulle opportunità di internazionalizzazione e business che viene proposto dalle organizzazioni internazionali.
In particolare, De Simoni afferma che: “alcuni paesi potrebbero aver bisogno, ad esempio, di consulenze per costruire un sistema giuridico dei beni culturali”.
Lo stesso vale anche in quei settori più tradizionali inerenti la tutela e conservazione dei beni culturali, restauri, manutenzione, gestione e organizzazione dei servizi.
A questo proposito numerose sono le opportunità che è possibile cogliere all’estero che tuttavia dovrebbero essere fronteggiate in maniera strutturata considerando l’Italia come un intero sistema.