L’amianto è un minerale naturale costituito da fasci di fibre molto fini. Questa sua composizione lo rende molto resistente, tanto che nel corso degli anni è stato utilizzato in modo massiccio nel settore edile. Ad oggi in Italia sono 370.000 le strutture in cui è presente l’amianto, e 65.593 le coperture in cemento amianto, per un totale di quasi 58 milioni di metri quadrati. Questa enorme quantità è ancora presente nel nostro paese per l’uso frequente nelle tubature, nelle piastrelle o specialmente per le coperture del tetto.
Il problema principale relativo all’utilizzo di questo materiale è che, se danneggiato, può rilasciare frammenti e polveri che inalate provocano gravi malattie, come l’asbestosi o rare forme di tumore polmonare.
Nel 1992 l’utilizzo dell’amianto fu vietato in Europa e da quel momento si cessò anche la produzione. Ad oggi esiste un programma per la bonifica dell’amianto all’interno di ogni paese appartenente all’unione europea entro il 2028.
Storia ed utilizzo dell’amianto
Come accennato in precedenza, in Italia l’amianto è stato utilizzato maggiormente nell’edilizia. Si iniziò ad utilizzarlo nel dopoguerra ma il boom arrivò intorno agli anni 70. Nel settore edile si ricordano utilizzi come: coperture in cemento-amianto; i controsoffitti e sottotetti, tubazioni per l’acqua, serbatoi, camini, canne fumarie, pannelli divisori, pavimenti, stufe, caldaie e coibentazione di tubi per il riscaldamento.
Il suo utilizzo però non fu circoscritto alla costruzione di edifici, nell’industria fu utilizzato per la fabbricazione di tubi coibentati, refrigeratori, serbatoi, negli impianti elettrici e in quelli termici, nella costruzione di macchinari per uso medico.
Questo materiale dalle capacità prodigiose fu utilizzato anche per scopi del tutto estranei alle sue proprietà chimico-fisiche. Si menziona a riguardo l’utilizzo in giocattoli, sedie, filtri per il vino e sigarette, pentolame e svariati altri oggetti presenti all’interno delle case utilizzati nella quotidianità.
Tipologie di bonifica
La bonifica dell’amianto può avvenire tramite diversi metodi: bonifica tradizionale, confinamento e incapsulamento.
La bonifica tradizionale è il modo più sicuro per evitare qualsiasi rischio nel lungo termine, poiché comporta la completa rimozione del materiale dal sito interessato ed il trasporto di quest’ultimo presso la discarica nel quale viene smaltito. Il problema di questa metodologia è il costo elevato dell’intera operazione nonché il rischio di rotture del materiale durante il lavoro.
Il confinamento consiste nel separare il materiale cancerogeno dalle altre aree della struttura, tramite l’inserimento di una barriera nel mezzo. Tuttavia questo metodo non è completamente sicuro come la bonifica tradizionale, poiché il materiale continua a rilasciare fibre nocive all’interno della copertura e, nel caso fosse danneggiato da agenti naturali, potrebbe ripresentarsi il problema originale.
L’incapsulamento consiste nel ricoprire l’amianto con un liquido aggrappante, che va a formare una pellicola di rivestimento che impedisce il rilascio di fibre pericolose per l’uomo. Questo trattamento purtroppo offre soltanto una soluzione temporanea, poiché con il passare del tempo la sostanza utilizzata perde il suo effetto d’isolamento e richiede quindi manutenzione. L’incapsulamento però offre dei vantaggi: i costi di incapsulamento amianto sono minori rispetto agli altri metodi ed è la forma di bonifica con minori rischi.