Come si legge correttamente la busta paga

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Ogni lavoratore ha diritto a un suo stipendio che viene corrisposto in busta paga. Si tratta di un documento molto importante in cui si può leggere tutto ciò che riguarda il compenso, le tasse a cui si è soggetti ei bonus a cui si ha diritto. Per poter avere un quadro della situazione certo è necessario conoscere quali sono i calcoli che riguardano la retribuzione e quali, invece, le trattenute in relazione a contributi e Irpef.

È bene sapere che la busta paga è divisa in tre parti in cui si riportano le informazioni relative al dipendente, i dati dello stipendio e ciò che viene trattenuto in origine. Su alcune indicazioni, però, restano dei dubbi. Infatti non è raro leggere voci particolari che non si sa cosa vogliano dire. Per tale ragione abbiamo pensato a una guida in grado di soddisfare la curiosità di ogni dipendente che si trova ad aver a che fare con questo documento.

Cos’è l’elemento perequativo

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La somma perequativa è un valore presente in alcune particolari busta paga. Questa è stata messa a punto a seguito di accordi sindacali e contratti collettivi che coinvolgono non solo il pubblico ma anche il privato, l’obiettivo è sostenere la retribuzione qualora delle imprese non siano autorizzate a stilare contrattazioni che si definiscono di secondo livello.

L’elemento perequativo si distingue per un valore annuale che è pari a 485 euro e non influenza in alcun modo il trattamento di fine rapporto (TFR). Questa cifra deve essere corrisposta a ogni lavoratore e non vanno considerate, solo in tale caso, le prestazioni aggiuntive effettuate sul luogo di lavoro e i criteri di merito. Si liquida tale somma nella busta paga di giugno e va in aggiunta a ciò che è stato già precedentemente concordato.

Può accadere che sul suddetto valore ci siano dei dubbi, soprattutto da parte dei datori di lavoro. Infatti accade che alcuni di loro vogliano procedere alla sostituzione di tale elemento creando un sistema che contempli dei valori di merito differenti da questo. In realtà è possibile procedere alla sostituzione istituendo dei premi per i dipendenti che raggiungono determinati risultati.

Come si suddivide la busta paga

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A questo punto passiamo a vedere nel dettaglio le diverse parti della busta paga di un dipendente. Si inizia in maniera semplice partendo da dati univoci, cioè l’intestazione. Qui si legge il mese di liquidazione, i dati relativi all’impresa e quelli del lavoratore.

Ci sono voci che riguardano lo stipendio come la paga di base che si stabilisce a monte con i contratti collettivi nazionali di lavoro, la contingenza fissa e in attesa di modifica dal 2001, un valore fisso di 10,33 euro mensili liquidati per ogni lavoratore su 13 mesi.

Si passa poi alla seconda sezione dove si parla della retribuzione effettiva per il dipendente. Qui si tengono conto delle tasse da detrarre, il valore lordo, i dati previdenziali, ogni informazione di tipo fiscale, il TFR mensile e, infine, lo stipendio percepito in maniera netta.

I dati previdenziali si riconducono alle somme che l’imprenditore versa per conto del dipendente agli enti previdenziali, INPS e INAIL, che andranno a generare la pensione del titolare della busta paga.

Le informazioni relative all’imposta lorda e netta Irpef, le addizionali e l’imponibile, sono anch’esse elencate in questa parte, così come tutte le indicazioni relative al trattamento di fine rapporto. In questo caso viene riportata la cifra lorda annuale e il valore imponibile.

Saper leggere la busta paga è un dovere del dipendente consapevole che vuole tenere sempre sotto controllo la sua situazione economica ed evitare fraintendimenti di alcun genere con il suo datore di lavoro.