Come posso ottenere il cashback dai miei acquisti?

A partire da dicembre 2020 si è parlato tante volte di cashback. Una delle tante parole di origini inglesi prima ‘accolte’ con diffidenza e, poi, entrate nell’uso comune.

Fu grazie a un provvedimento legislativo del dicembre 2020 a far acquisire familiarità con questo termine e, poi, come spesso succede, da lì è partita tutta una catena che ha portato a uno sviluppo sempre crescente di questo strumento.

Prima di dirti come ottenere ancora oggi il cashback, spendiamo giusto due parole per dirti che cos’è. Il cashback è quando tu acquisti un prodotto e una percentuale di quanto speso ti ritorna indietro.

Di solito la percentuale va tra il 10 e il 25% ma può essere maggiore o minore a seconda dei casi.

Detto questo, quindi, andiamo a vedere, appunto, come è possibile ottenere un cashback per gli acquisti svolti.

Utilizzare siti appositi

Oggi (approfondiremo nel prossimo paragrafo) non è più possibile ottenere il cashback di stato. Ciò non vuol dire che c’è stata la ‘morte’ del cashback. Certo, capire come funziona il cashback è molto importante se vuoi sfruttarlo sul web.

Per avere il cashback è, importante, infatti, usare dei siti appositi che sono dedicati proprio a questo genere di iniziative. L’uso è semplice quanto rapido. Praticamente, vai sul portale dedito al cashback. Una volta che sei atterrato sull’home page o sulla pagina dedicata, troverai una sfilza di siti convenzionati che, appunto, ti restituiscono una parte di quanto speso (indirettamente).

Da qui, vai sul sito del negozio online da cui vuoi acquistare e, poi, il gioco è fatto. Di solito, il rimborso è proprio in soldi. Nel senso che ti verrà restituito direttamente sul conto corrente, in modo che tu possa spenderli come vuoi.

Attenzione, però: possono esserci situazioni in cui il cashback ti viene fornito sotto forma di buoni da spendere in quel negozio. Del resto, l’obiettivo di un negoziante è semplice: far venire più gente sul sito o, comunque, fidelizzare al meglio la propria clientela.

Quindi, può capitare che a fronte di un acquisto di 100 euro, ci sia il cashback del 10%. In questo caso, sarà di 10 euro che ti verrà ridato in base a un codice alfanumerico che tu dovrai inserire per un futuro acquisto.

Certo, sarai vincolato magari alla spesa su quel sito però, comunque, se ti sei trovato bene perché cambiare?

Come hai visto, è di una semplicità unica. Semplicità unica che, probabilmente, non c’era nel cashback di Stato, andato in soffitta dal primo luglio 2021 durando in pratica meno di sette mesi.

Il ‘vecchio’ cashback di Stato: ecco come funzionava

Il cashback di Stato funzionava in una maniera un po’ diversa. In primis, non valeva per gli acquisti svolti on line. Quindi, si era creata una sorta di controsenso: si era in zona – quindi uscire solo in caso di necessità – ma si invitava le persone a uscire, appunto, per andare a fare acquisti in modo da poter avere il cashback.

Puoi, c’era anche un limite di spesa e di rimborso. Per ogni acquisto, infatti, veniva restituito il 10% fino a un massimale di 1500 euro. In pratica, si trattava di una restituzione massima di 150 euro. Non al mese ma ogni 6 mesi. Si, hai letto bene: una media di 25 euro al mese.

Non era, però, l’unico problema. Un altro è stato quello di dover scaricare un’app. Scaricare un’app, oggi, è molto semplice, lo sappiamo. Però per le persone più anziane la faccenda era alquanto complicata poiché non è che sono nativi tecnologici.

E, pagando il tutto con la carta (se si pagava in contanti non si aveva diritto ad alcun rimborso), i movimenti venivano tracciati con tanti saluti alla propria privacy.

C’è da dire che, comunque, il rimborso è avvenuto in maniera celere e ha davvero incentivato il pagamento in moneta elettronica.

Forse, correggendo alcune storture poteva durare. Anche perché siamo un paese dove, prima del Covid-19, eravamo molto restii al commercio online e siamo sempre stati restii al pagamento con la carta, preferendo in contante.

Vuoi per essere ‘liberi’ di spendere come vogliamo i soldi, vuoi perché l’Italia ha un tasso di evasione fiscale tra i più alti di tutta l’Europa.