Come si apre una partita iva

una partita iva
Man pushing VALUE-ADDED TAX button on virtual screen. Taxation concept

Quando si decide di iniziare una nuova attività professionale ci sono alcuni elementi da considerare invia preliminare, in particolare riguardo gli oneri fiscali cui adempiere e le procedure amministrative che è necessario rispettare.

Ad ogni modo, al contrario di quanto si pensa, l’iter burocratico da seguire non è particolarmente complicato né oneroso. I passi da seguire per aprire una partita IVA sono di fatto piuttosto semplici e i vantaggi fiscali sono davvero notevoli, a seconda evidentemente dell’attività intrapresa e del regime fiscale scelto (che vedremo in seguito).

Ciò che, tuttavia, può mettere un po’ in confusione sono i continui aggiornamenti delle normative fiscali, è bene quindi tenersi sempre aggiornati. In tal senso, gli ultimi aggiornamenti di una certa importanza risalgono alla Legge di Bilancio 2020.

La Partita IVA, cosa è e come si apre

Vediamo quindi cosa è la partita IVA, quando e come si deve aprire
La partita IVA è un codice numerico di 11 cifre, rilasciato dall’Ufficio dell’Agenzia delle entrate, che identifica in maniera univoca un libero professionista o una impresa, oppure un soggetto che ha deciso di intraprendere una attività autonoma ritenuta rilevante in termini fiscali.

Più precisamente, sono esclusi i soggetti che non superano la soglia dei 5.000 € annuali di reddito. La partita IVA è invece necessaria, diciamo pure obbligatoria, per tutta una serie di categorie professionali e di attività, come i liberi professionisti, gli artigiani o i commercialisti, i lavori autonomi (i cosiddetti freelance), vale a dire coloro che svolgono attività per conto terzi e non sono dei dipendenti, oppure chiunque abbia una attività di impresa, come una ditta individuale.

L’apertura di una partita IVA è di per sé abbastanza semplice, è sufficiente dare comunicazione all’Agenzia delle Entrate di avere intrapreso un’attività, ciò può essere fatto in maniera autonoma o affidandosi a studi di commercialisti, tale comunicazione deve comunque essere inviata entro 30gg dall’avvio della stessa attività. Si tratta di una dichiarazione di inizio attività, da comunicare attraverso un modello specifico che è possibile scaricare direttamente dal sito dell’Agenzia: si tratta del modello AA9/12 per le persone fisiche (ditte individuali e i lavoratori autonomi). Bisognerà quindi consegnare il modello all’Agenzia delle Entrate allegando un documento di riconoscimento; la consegna potrà avvenire in una delle seguenti modalità: recandosi presso uno degli Uffici, inviando raccomandata con ricevuta di ritorno, oppure telematicamente, utilizzando l’apposito software scaricabile dal loro sito, utilizzando il canale telematico; in questo caso, l’invio dovrà essere fatto tramite PEC e con firma digitale. A prescindere dalla modalità scelta, preliminarmente all’apertura della partita IVA bisogna in ogni caso dotarsi di un indirizzo PEC, il quale verrà utilizzato per l’invio e la ricezione delle comunicazioni ufficiali.

Le informazioni da inserire nel modello AA9/12

  • Un codice denominato ATECO, una combinazione di 6 numeri che si riferisce alla tipologia dell’attività che si intende svolgere, questa tipologia potrà essere selezionata tra quelli esistenti e consultabile sui siti dell’Istat o Infocamere, che mettono a disposizione servizi on-line per poter individuare il codice. Nel caso di attività di tipo mista, è necessario individuare il codice ATECO dell’attività prevalente (considerando per tale valutazione il volume d’affari, anche se ipotizzato)
  • Il regime contabile scelto (per questo, si consiglia di appoggiarsi ad un commercialista). Nel riquadro B del modello AA9/12 è presente uno spazio che può essere spuntato ove si decida di usare il regime forfettario (oggi, l’unico regime che prevede agevolazioni, ad esempio regime contabile semplificato e un regime fiscale con aliquota unica). Se invece non si spunta, significa che si sceglie per il regime ordinario
  • In caso di attività di tipo E-Commerce o on-line, tale informazione va specificata nel riquadro B alla voce “Attività di commercio elettronico”

L’ultimo passaggio, necessario per l’apertura della partita IVA, è l’iscrizione alla Cassa di Previdenza di riferimento, ciò consentirà il versamento dei contributi previdenziali.

Differenze tra categorie

La richiesta della partita IVA è diversa tra i lavoratori autonomi (che siano consulenti, professionisti, freelance) o imprenditore. I lavoratori autonomi devono farne richiesta all’Agenzia delle entrate e iscriversi alla gestione separata INPS. Gli imprenditori, invece, devono preliminarmente essere inscritti alla Camera di commercio, dare comunicazione di inizio attività al Comune e iscriversi quindi alla gestione INPS per Commercianti e Artigiani.

L’apertura della partita IVA di per sé non ha costi (salvo se ci si rivolge a professionisti che di norma chiedono il pagamento di una parcella), mantenerla invece può essere abbastanza oneroso, dipende però dal regime fiscale che si è scelto.

E’ comunque importante ricordare che, per quanto l’apertura della partita IVA sia decisamente semplice, sono tuttavia importantissime le scelte preliminari, quindi il regime fiscale (forfettario o ordinario), tale scelta è strettamente legata al tipo di attività che si vuole intraprendere e al fatturato annuale ipotizzato.