Controlli fiscali partite Iva, cosa accadrà nel triennio 2021-2023

Controlli fiscali partite Iva, cosa accadrà nel triennio 2021-2023
Controlli fiscali partite Iva, cosa accadrà nel triennio 2021-2023

Nell’ottica del contrasto all’evasione fiscale, l’Agenzia delle Entrate, nel mettere a punto il Piano della performance 2021-2023, ha pianificato per il triennio, tra l’altro, ben 340 mila controlli fiscali nei confronti dei titolari di partita Iva, e quindi a carico delle piccole imprese, dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti.

Controlli fiscali 2021-2023 ancor più mirati ed efficaci da parte del Fisco

Il Fisco, in particolare, punta a rendere l’attività di controllo anti evasione non solo più mirata, ma anche più efficace. E questo, in particolare, andando ad affinare ulteriormente gli algoritmi e le tecniche di analisi adottate. Con il conseguente monitoraggio, nello specifico, di tutti quei comportamenti evasivi di tutti questi soggetti che, a livello fiscale, sono ritenuti ad alto livello di pericolosità.

L’efficacia dei controlli fiscali, a carico delle partite Iva, farà leva pure sul fatto che gli studi di settore sono stati sostituiti dagli Isa, ovverosia dagli Indicatori sintetici di affidabilità fiscale. Le 340 mila verifiche fiscali che sono state programmate dall’Agenzia delle Entrate, a carico delle piccole imprese, dei lavoratori autonomi e dei professionisti, infatti, non potranno non tenere conto del fatto che la pandemia di coronavirus ha lasciato il segno sui ricavi e sulla redditività delle attività produttive.

Indicatori sintetici di affidabilità fiscale partite Iva, le sanzioni ed i controlli fiscali

Attualmente le partite Iva, con l’obbligo di comunicazione degli Indicatori sintetici di affidabilità fiscale (Isa), sono soggetti a livello amministrativo ad una sanzione che varia da un minimo di 250 euro ad un massimo di 2.000 euro non solo in caso di omessa dichiarazione, ma pure quando la comunicazione che è stata fornita al Fisco contiene dei dati inesatti, oppure la comunicazione risulta essere incompleta. Pur tuttavia, prima della contestazione della violazione, e della conseguente applicazione delle sanzioni sopra indicate, il titolare di partita Iva avrà sempre la possibilità del contraddittorio, e quindi di andare a correggere spontaneamente gli errori che sono stati commessi.

Verifica fiscale automatica o formale per lavoratori autonomi e professionisti

Al pari di tutti gli altri contribuenti, i titolari di partita Iva possono essere soggetti a controllo, da parte del Fisco, che può essere automatico oppure formale. Nel dettaglio, tutte le dichiarazioni dei redditi che l’Agenzia delle Entrate acquisisce sono sempre soggette al controllo automatico. Che avviene confrontando i dati che sono stati dichiarati dal contribuente con quelli che sono a conoscenza ed a disposizione del Fisco a partire dalla banca dati principale che è rappresentata dall’Anagrafe tributaria.

Il controllo fiscale di tipo formale, che sostanzialmente rientra nei controlli per il triennio triennio 2021-2023 che sono stati programmati dal Fisco per le partite Iva, scatta invece attraverso una procedura di selezione delle dichiarazioni in base a criteri che, da parte dell’Amministrazione finanziaria dello Stato, si fondano sull’analisi del rischio e, quindi, sui potenziali comportamenti evasivi.

Comunicazioni di irregolarità dell’Agenzia delle Entrate, c’è pure l’opzione a rate per il contribuente

Se al controllo la pretesa del Fisco risulta essere corretta sulle tasse da pagare, allora il contribuente avrà pure la possibilità di avvalersi, con le comunicazioni di irregolarità, della rateizzazione. In particolare, fino a 5.000 euro di tasse dovute le imposte si possono rateizzare in un numero massimo di massimo di 8 rate trimestrali aventi pari importo. Mentre per le tasse dovute da comunicazioni di irregolarità oltre i 5.000 euro il numero delle rate trimestrali di pari importo può salire fino a 20.

La pretesa del Fisco, inoltre, può pure essere superiore alle reali somme dovute dal contribuente. In tal caso spetterà proprio al contribuente andare a fornire tutti i dati e tutti i documenti, che non sono conosciuti al Fisco, al fine di ridurre l’ammontare della pretesa tributaria che è stata formulata dall’Agenzia delle Entrate.